ENTRO I LIMITI DELLA MEDIA EUROPEA
di Nino Romeo
con Titti D’Amico, Delia De March, Federica Fraccascia, Alessandro Ravazzin
Elena Bertuzzi (soprano) – Riccardo Salvaggio (chitarra)
Regia: Maurizio Ravazzin
Tecnico: Carlo Tarallo
Una “normale” vicenda di lavoro, non tipicamente italiana, anzi entro i limiti della media europea: un’azienda in crisi, la riduzione del personale attraverso un asettico computer che sceglie random chi sacrificare, il forzato ultimo giorno e l’incidente mortale proprio su quel luogo che da domani non sarà più il tuo posto di lavoro.
Ma l’uomo, suo malgrado protagonista, quasi non si vede sulla scena, perché per gli altri ha perso quasi la sua umanità: è stato collega, compagno, soprattutto numero (codice fiscale, matricola, gruppo sanguineo magari, cellulare…)
Anche in questa situazione, come nella media europea, ha quasi perso la sua fisicità e la sua intimità: non è un “essere”, è un “fare”, un “dare”.
Si riscatta nel microcosmo della sua piccola famiglia, dove l’eroica donna (come milioni di donne eroiche nella media europea) ha tenacemente tenuto fronte ad ogni avversità, pur di salvare il “suo” uomo; ma deve soccombere davanti all’ineluttabilità di quel beffardo destino.
Per questo le vere protagoniste di questo atto unico sono tre donne: colei che possiamo pensare sia appunto la moglie; una donna più anziana (non necessariamente la madre), che nel corso della sua vita ha già percorso o visto percorrere ad altre per troppe volte quella drammatica vicenda. C’è poi una giovane donna (forse proprio quell’impiegata che ha dovuto compilare l’elenco dei licenziati): lei non ha esperienza alcuna, per il momento … ma se la costruirà gradualmente.
Le loro tre vicende si intersecano e quasi si confondono: probabilmente non si conoscono né si conosceranno mai, pur condividendo intimamente dolore, rabbia, rassegnazione, voglia di riscatto, loro, da sole, di fronte all’indifferenza comune condivisa da chi si sente tranquillo e sicuro di fronte ad un avvenimento che rientra nei limiti della media europea.
La richiesta finale che non ci sia alcun funerale, né religioso né civile, non è un estremo annichilimento: è semmai la logica conseguenza della morte di … un numero. Toglierà di mezzo anche molti imbarazzi di strette di mano, di discorsi di circostanza, di “niente fiori, ma opere di bene”. E, soprattutto, la gente non applauda a quel non funerale, come invece è di moda fare: se ne va un uomo che non merita applausi, perché non ha fatto nulla di eroico … è semplicemente vissuto.