Teatro Camploy
27 febbraio 2016 – ore 21.00,
28 febbraio 2016 – ore 16.30
“Che pelata, ha il capofamiglia che mi abita sotto!”
“La signora di sopra si è proprio comperata un bel paio di mocassini dalla suola in gomma!”
E che altro posso dire dei miei vicini di casa, inscatolato, come siamo tutti, in queste anonime strutture verticali, che sono i moderni condomini? Che rapporti di vicinato ho con gli altri che condividono con me numero civico e scala A?Ho forzato la fantasia, immaginando che pavimento e soffitto siano trasparenti; ma anche così avrei una conoscenza molto limitata degli “altri” di casa.
Vuoi metter invece la “corte” – a Venezia si direbbe “il campiello”, appunto – dove le abitazioni, che la circondano, come quinte in un teatro, sono a uno o due piani, punteggiate da tutta una teoria di finestre, poggioli, balconcini, altane, abbaini, che si spalancano come occhi e bocche sullo spazio che delimitano e sulle vicende di cui tutte sono partecipi?
Eh sì, perché veramente nella corte ci si guarda direttamente negli occhi e, pur rimanendo ciascuno nella propria casa, non si può far a meno di partecipare, insomma diciamo pure: “di ficcanasare” nei fatti altrui. Quando si crede poi di conquistare un minimo di libertà, evadendo dalle mura domestiche, eccoci, al contrario, al centro dell’attenzione comune, scrutati, ammoniti, dileggiati, compatiti da quella teoria di finestre, poggioli, eccetera, animati dalle buone intenzioni dei rispettivi abitanti. Ma, ahimè, di buone intenzioni son lastricate le vie dell’… ed anche l’acciottolato del Campiello. Quella gente semplice e schietta non è nemmeno pettegola: semplicemente ha sulla bocca quel che ha nel cuore ed il filtro del cervello raramente svolge la sua funzione: così dal brindisi al baruffar poca è la strada.
“[Questa commedia] … è scritta coi termini più ricercati del basso rango e colle frasi ordinarissime della plebe, e verte sopra i costumi di cotal gente, onde non mi credeva che fuori delle nostre lagune potesse essere intesa, e così bene goduta. Ma vi è una tal verità di costume, che … si conosce comunemente da tutti.” Quest’avvertenza di Goldoni a chi legge merita almeno un paio di riflessioni. 1 – Non fidiamoci che oggetto d’osservazione dell’Autore sia solo “cotal” gente; circolano per quella corte anche alcuni personaggi che appartengono a tal’altra classe: quella nobiltà in declino e quella borghesia in anelito di crescita che l’Avvocatino conosceva assai bene. Vuoi vedere che proprio a loro sono indirizzati gli strali più acuti della sua sottile ed irridente ironia? 2 – Tutti conosciamo assai bene quell’ambiente, perché – almeno un tempo – a tutti era comune; ho pensato dunque di dare un nome all’anonimo Campiello e l’ho chiamato “Carega”! Qualcuno a Verona conosce questo vivo e vitale quartiere? Mi auguro di sì.
Non ho operato molti altri rimaneggiamenti al testo, se non una attualizzazione dei termini più ricercati del basso volgo, ma ormai desueti(1); si animi la scena, il preambolo è fatto: incominciamo!
Maurizio
- Era inutile che vi tormentaste sul significato di “tatare” o di “recao”: non lo so nemmeno io. Invece ricordo che “Barba”, vuol dir zio e che “Madona” è la suocera; i soldi si chiamano “bessi” o “besseti”; per il significato di “scagazzera” non c’è bisogno di spiegazione!
Personaggi ed interpreti
Gasparina, giovine Noemi Uccello
Donna Catte Panchiana, vecchia Mariella Placchi
Lucietta, fia de donna Catte Cecilia Comencini
Donna Pasqua Polegana, vecchia Delia De March
Gnese, fia de donna Pasqua Giulia Basso
Orsola, frittolera Giliola Corso / Titti D’Amico
Zorzetto, fio de Orsola Giovanni Vit
Anzoletto, marcantin Damiano Basile / Michele Marai
Il Cavaliere Alessandro Ravazzin
Fabrizio, zio di Gasparina Otello Bellamoli
Sansuga, cameriere di locanda Francesco Malizia
Qualcuno, che suona Michele Marai / Damiano Basile
Musiche da “Il Campiello” di Ermanno Wolf Ferrari – La “Furlana” è di Giannantonio Mutto
Regia: Maurizio Ravazzin
Collaborazione artistica: Otello Bellamoli, Mariella Placchi – Collaborazione musicale: Elena Bertuzzi
Scene, costumi, attrezzeria: Laboratorio delle grazie (Mariella Placchi, Alessandro e Maurizio Ravazzin, Marino Trevisani) – Trucco & Parrucco: Kira – Tecnico: Carlo Tarallo
Addetti al servizio antincendio: Otello Bellamoli, Alessandro e Maurizio Ravazzin
Grafica manifesti e Foto di scena: Rajjat Sharma