E chi non ha potuto vederci al Chiostro di Santa Maria in Organo, non perda questa occasione:
ARBIZZANO – NEGRAR
VILLA ALBERTINI – VALIER
sabato 22 luglio 2017 – ore 21.15
NERO COME UN CANARINO
due tempi di Aldo Nicolaj
Musiche di Sergio Ravazzin
su versi di Maurizio Ravazzin
PIETRO BON (commissario) Otello Bellamoli
GILDA TOSCHI (trisvedova) Mariella Placchi
ARMIDA CERAGALLO (atleta) Isabella Bicego
FAUNA (imprenditrice) Marina Prestigiacomo / Simonetta Tezza
NISBE (sindaco) Flavia Travasa
PILLO (agente) Noemi Uccello
BROS (pensatrice) Giulia Basso
IRENEO (medico) Gianluca Praticò / Carlo Tarallo
ARIBERTO FUNIVA’ (atleta) Alessandro Ravazzin
ORTISEO (atleta) Michele Lanza
FLOS-FLORIS (infermiera/cultrice di fiori) Cecilia Comencini
Regia: Maurizio Ravazzin
Collaborazione artistica: Otello Bellamoli, Mariella Placchi
Collaborazione musicale: Elena Bertuzzi
Collaborazione alla regia: Cecilia Comencini
Scene, attrezzeria: Laboratorio delle Grazie
Costumi a cura di Mariella Placchi
Basi musicali a cura di Andrea Villa
Si ringraziano per la preziosa collaborazione i Maestri Giannantonio Mutto e Matteo Zenatti (per le musiche) e Daniela Brodesco (per le esercitazioni di tecniche corporee)
Tecnici: Gaetano Bagnara, Carlo Tarallo
Responsabili della sicurezza: Otello Bellamoli, Alessandro e Maurizio Ravazzin
Manifesto: Mariella Placchi
Grafica: Isabella Bicego
L’azione si svolge a Cavernò o in un qualsiasi altro paese. Oggi, o meglio ancora domani.
Che in questa commedia ne accadano di tutti i colori non è un modo di dire, è una realtà:
Qual è il fil rouge? Una società, che vuole proiettarsi in avanti, pur ripercorrendo strade consuete e consunte; il fatto che la città del futuro si chiami Cavernò vorrà pur dire qualche cosa.
E’ un noir? Certo, se non altro per quello smog diffuso con generosità tale da far annerire perfino i canarini.
Ma è per caso un giallo? Senza dubbio! E’ presente una consistente quantità di cadaveri, che aspettano (im)pazienti che sia fatta piena luce sul loro trapasso.
Un tocco di rosa? Delicatissimo, con vaghe screziature argentate…
Il verde? Se ne parla insistentemente, ma in modo tale che perfino greenpeace perderebbe la sua proverbiale peace.
Di azzurro, blu, turchino, arancio ce n’è a profusione nei costumi; il violetto in teatro porta male, ma noi (scaramantici al contrario) non manchiamo mai di inserirne la debita quantità fra oggetti ed accessori.
In quanto all’indaco, nessuno sa bene di che razza di colore si tratti: perciò non siamo in grado di garantirne la sua presenza sulla scena.
Le sfumature di grigio e di bianco le lasciamo a chi vuole osare di più; noi ci accontentiamo di questo caleidoscopio di colori per offrire un’ora e mezza di allegro divertimento al nostro affezionato pubblico.
Maurizio